Le erbe che troviamo in erboristeria sono principalmente le erbe officinali, usate per la preparazione di infusi o decotti, fumenti/vaporizzazioni, bagni e applicazioni esterne, come i cataplasmi (impacchi), ma anche le erbe aromatiche e le spezie per la cucina, le erbe per la liquoristica, le erbe tintorie per capelli e erbe tintorie per i tessuti. Un altro ambito interessante è quello delle erbe spontanee ad uso alimentare, studiate nella fitoalimurgia (fito, pianta e alimurgia, alimentazione) . Nel mondo l’organizzazione mondiale della sanità stima che le erbe officinali costituiscono ancora per due terzi della popolazione mondiale una delle risposte terapeutiche principali . Tra queste, io ho deciso di trattare in modo preponderante le erbe della tradizione fitoterapica italiana regolamentate dal D.Lgs. 21 maggio 2018, n. 75 Testo unico in materia di coltivazione, raccolta e prima trasformazione delle piante officinali, ai sensi dell’articolo 5, della legge 28 luglio 2016, n. 154. E quindi quelle inserite negli elenchi ministeriali
http://www.unerbe.it/resources/All%201%20DM%20salute%2010-8-18%20Aggiornato%20DM%209-1-19.pdf .
La scelta di trattare le erbe della tradizione italiana è stata fatta perché più motivi: l’Italia ha una enorme biodiversità vegetale ,una tradizione secolare tramandata dalla cultura universitaria e monastica, la sicurezza sanitaria perchè le erbe italiane sono sottoposte generalmente a controlli sanitari rigorosi , ma soprattutto alla luce delle nuove ricerche di epigenetica, le erbe e gli alimenti che si sviluppano nel nostro territorio si sono evolute con la popolazione stessa e possono contribuire maggiormente ad apportare tutti gli elementi necessari alla nostra salute.
Ci sono poi altre tradizioni mediche millenarie, come quella della medicina tradizionale cinese (MTC) e quella ayurvedica ossia della tradizione medica indiana, che integrano l’uso delle erbe a raccomandazioni ben precise di tipo alimentare in base agli equilibri energetici corporei e psicologici da rimodulare.