Amaro Taurinense

Fatti non parole.

Res non verba

Amaro Taurinense

Per il raggiungimento del traguardo dei 18 anni della mia attività di erborista qui a Torino, la mia città, ho voluto catturare le sensazioni di profumi, sapori e ricordi a me cari in un sorso di amaro. E così, dopo ricerche sull'arte della distillazione e della tradizione liquoristica italiana e numerosi tentativi, ho raggiunto l’equilibrio creando questo elisir digestivo.

Amaro Taurinense è ottenuto attraverso la macerazione di scorze di agrumi, erbe balsamiche, cortecce amare e spezie, in un processo artigianale che esclude l'uso di aromi artificiali e presenta un tenore di zucchero ridotto.
Il suo nome, Amaro Taurinense, desidera essere un omaggio a tutto il grande territorio piemontese e alla sua affascinante storia da scoprire e da vivere.
In etichetta ho voluto una rappresentazione ad acquerello della Sacra di San Michele, l’iconica abbazia medievale simbolo regionale, realizzata dalla fantasia della pittrice Silvana Statile.

Infine, come buon auspicio, il motto "Res non verba": un inno alla concretezza e alla coerenza tra pensiero ed azione ma anche, ho scoperto, del reparto genio guastatori della Brigata Alpina “Taurinense” che ha sede proprio a due passi dal negozio.
L'Amaro Taurinense è stato ideato e prodotto a Torino in ogni fase di lavorazione, grazie alla sinergia creativa di giovani professionisti piemontesi.

Composizione

Infusione di erbe, fiori, spezie ed agrumi, caramello

  • Tenore alcolico: 25% vol
  • -
  • Volume bottiglia : 70 cl

Al naso sprigiona avvolgenti sentori agrumati. L'ingresso in bocca è dolce e deciso. Il cuore è caldo e speziato, equilibrato dalle erbe mediterranee, mentre le note finali di legni amari tra cui spicca la china calissaia, chiudono l'esperienza rendendo l'assaggio pulito e richiamando il sorso.

Composizione di Erbe per l'Amaro Taurinense

Chinotto (Citrus × myrtifolia (Ker Gawl.) Raf. )

Questo agrume originario della Cina è un alberello che può raggiungere i 3 metri di altezza, privo si spine. Il suo nome scientifico si deve alla forma delle foglie, piccole, verdi scure, coriacee, che richiamano immediatamente quelle del mirto. Trovò massima diffusione durante la “Belle epoque” tra la fine del XIX secolo e i primi anni ‘20 del XX secolo, inizialmente come pianta ornamentale per via della ricchezza della fioritura delle zagare bianche, successivamente anche per i suoi aromatici fruttini, che raccolti ancora verdi venivano canditi, sciroppati e accompagnati come aperitivi. Si deve a quel tempo l’apprezzamento di questa essenza nella liquoristica e nella preparazione di bevande al chinotto. In Italia è coltivato quasi unicamente in Liguria ed in particolare in alcuni comuni nella provincia di Savona, preservato da un’ associazione di tutela.

China calissaia (Cinchona calisaya Wedd.)

l nome china venne dato alla grande famiglia di questi alberi tropicali dalle tribù indie sudamericane e significa “corteccia” per eccellenza. La corteccia viene ancora oggi estratta da piante che hanno 15-25 anni e la sua notorietà in Europa si ebbe nel XVII secolo grazie alla moglie del vicerè peruviano Gerolamo de Cabrer conte di Chinchon (da cui la china prende la denominazione latina), che riuscì a guarire dalla febbre malarica. Dall’alcaloide in esso contenuto, la chinina, si riuscirono ad ottenere dei sali utilizzati nella cura della malaria mentre l’uso della corteccia trovò successo nella liquoristica per le proprietà amaricanti, toniche e digestive.

Maggiorana (Origanum majorana L.)

Ho desiderato utilizzare questa pianta nella formulazione dell’amaro per via del suo aroma delizioso. Conosciuta anche con il nome di “erba persa “, perché probabilmente originaria della Persia, questa erba aromatica appartiene alla famiglia delle labiatae e al genere dell’origano. Il sapore è molto più delicato e fresco, e trova ampio impiego usata fresca in cucina nella preparazione di golosi e saporiti ripieni per pasta fresca, verdure e non solo.

Timo (Thymus serpyllum L.)

Il timo (Thymus sp.) è una pianta di origine mediterranea della famiglia delle Labiate molto apprezzata nella cucina del Sud dell’Europa e mediorientale, ma è anche molto diffuso sulle montagne alpine nella varietà serpillo. Il suo intenso sapore aromatico quasi pungente è dovuto alla ricca presenza di oli essenziali dalle riconosciute proprietà antisettiche, antispasmodiche ed espettoranti. In Piemonte è molto noto il liquore “Serpul” che a me piace molto e ho voluto anche questa erba nella formulazione dell’Amaro Taurinense.

Cardamomo verde (Elettaria cardamomum (L.) Maton)

Questa preziosa spezia proveniente oggi dal Guatemala è tra le più utilizzate fin dall’antichità: egizi, greci, romani la utilizzavano sia in cucina sia come essenza profumata. Il cardamomo verde ha nota intensamente balsamica, fresca e dolce.In India, questa spezia ha una forte valenza simbolica , si usa come auspicio di prosperità.

Galanga (Alpinia galanga (L) Willd.)

La galanga è una radice che appartiene alla famiglia dello zenzero, con la quale condivide la nota pungente e intensamente digestiva. La considero una pianta in grado di far risaltare l’intensità degli altri aromi oltre ad essere stata da sempre una pianta curativa. Secondo la monaca benedettina Ildegarda di Bingen era la “spezia della vita” ed aveva qualità calde ,nel medioevo era utilizzata per la creazione di vini medicati.

Degustazione:


- liscio in purezza, se amate un digestivo corposo dalle spiccate note amaricanti
- con ghiaccio “on the rocks” per sentire meglio le note speziate
- caldo, con aggiunta di acqua calda e accompagnato con una fettina di arancia o limone per apprezzare la sua complessità aromatica
- Ideale per la creazione di cocktails ed aperitivi

Esplorate il puro piacere dei sapori agrumati e speziati con il nostro liquore dal sapore inconfondibile!

Prezzo: 29,90€

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